Pasta fatta in casa, quel buon sapore di domenica in famiglia
Il ricordo va a quelle domeniche passate in famiglia. I nonni angeli del focolare, gli zii che abitano lontano e che si riescono a incontrare solo alle feste comandate, cuginetti che corrono felici per casa, tavola imbandita con la tovaglia “della festa” e il vino quello buono. E poi quell’aroma che si espande dalla cucina fino in sala da pranzo e da lì pervade le narici mentre si attende pazientemente l’ora di pranzo. Nel pentolone grosso, quello tirato fuori per le occasioni importanti, si immergono tanti piccoli soldatini, in fila uno dietro l’altro, ordinati e precisi: è la pasta fatta in casa. Tortelli, cappelletti, ravioli, tortellini e tortellotti. E per tutti quelli che non entrano nell’acqua bollente, il forno caldo è pronto ad accogliere lasagne, crespelle e panzerotti. La tradizione culinaria italiana è talmente ricca e varia che ogni regione, ogni provincia ed ogni singolo quartiere del nostro stivale ha la sua varierà tipica di prodotto o piatto, figlio di un lungo passaggio di conoscenze da nonni a nipoti, da madri in figlie, ognuno con il suo segreto svelato, del tutto o in parte, o mai. E la pasta fatta in casa è sicuramente la regina di questo indissolubile legame famigliare, fatto di lunghe nottate passate a mescolare acqua con farina e uova e un q.b. di sale, a tirare al mattarello sfoglie lisce o grumose, più o meno gialle a seconda della qualità delle uova, a tagliarle a quadratoni o a triangoli e riempirli di ogni gustoso o improbabile ripieno.
Covid-19 e famiglia. Non dite che non ci avete provato anche voi, nei lunghi e drammatici mesi in lockdown, a rendere quei giorni tutti così simili alle domeniche, ma senza il conforto di amici e parenti intorno, a farvi coccolare il palato e l’umore da una pasta fresca fatta in casa. Siamo diventati tutti provetti chef, capaci di fare la lotta nei supermercati per accaparrarsi l’ultimo litro di sugo rosso, la ricotta di capra e l’introvabile farina. Biscotti, pane, pizza e pasta fresca hanno riempito le nostre giornate e le nostre pance visibilmente lievitate come un gnocco fritto emiliano nel forno di casa.
C’è chi si è inventato novello pizzaiolo, farcendo le giornate di pizze fritte o calzoni; c’è chi si è buttato sui dolci, riuscendo a sfornare senza ritegno per fegati e addomi di famiglia, torte al cioccolato, brioche alla crema e biscotti al cocco. E c’è chi ha voluto che quelle lunghe giornate assomigliassero sempre più ai riti della tradizione famigliare, schiacciando gnocchi di patata, sfornando lasagne più o meno vegetariane o azzardando ricette locali, dai tortelloni di zucca mantovani ai pisarei e fasò, un piatto povero della tradizione culinaria piacentina, che unisce a gnocchetti di pasta fatta semplicemente di farina e acqua un condimento fatto di fagioli e sugo di pomodoro.
Chef d’Italia – Oltre alle drammatiche conseguenze socio economiche che il lockdown ci lascia in eredità, la faticosa ripresa post emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova il nostro modo di comportarci, i rapporti interpersonali, le nostre abitudini sociali. A partire dalla voglia di uscire, dalle modalità e dalla frequenza nel bere un caffè al bar o di ritrovarsi a cenare al ristorante. Conseguenze che creano, in un drammatico circolo, ulteriore aggravamento della situazione finanziaria dei pubblici esercizi, minandone la ripresa.
E pensare che questa ritrovata voglia di buona cucina e di tradizione, di riscoprire il piacere della tavola da condividere con amici e parenti, sarebbe la buona base per riscoprire anche nei prodotti e nei piatti tipici l’eccellenza del nostro territorio – un meraviglioso mix di bellezze paesaggistiche, storiche, architettoniche e culinarie – e di farlo conoscere il più possibile al mondo. Ma siamo certi che questo piacere per la buona cucina e per la pasta fatta in casa in particolare, uscirà a tempo debito e con le dovute accortezze che ancora questo virus ci impone, dalle mura domestiche e ci permetterà di mettere a confronto quello che abbiamo imparato in questi mesi di lockdown nelle nostre cucine con i piatti preparati dalle sapienti mani dei cuochi italiani.